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::Resti del castello normanno a Palazzolo Acreide » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Resti del castello normanno

Resti del castello normanno




Il Castello di Palazzolo Acreide o Rocca di Castelmezzano fu certamente caposaldo della difesa bizantina nella Sicilia sud-orientale. La fortezza venne assediata nell’827 d.C. dalle truppe di Asad Ibn al Furat, anno in cui ad Acre si concentrarono le forze bizantine dell’isola per cercare di fermare l’avanzata araba e dar tempo a Siracusa di fortificarsi e prepararsi all’assedio. In questa circostanza o l’anno successivo, Acre fu messa a ferro e fuoco e distrutta per sempre. Dell’antica Acre si perderà il ricordo; nel XVI sec. se ne cercavano le vestigia in altri siti. Il centro medievale sorse vicino all’antica Acre, su un piccolo e ben difeso sperone roccioso sottostante, in posizione strategica di controllo sul territorio e sulle vie di comunicazioni là dove sorgeva un “palatium” imperiale che sicuramente ha determinato il nome del nuovo abitato: “Palatiolum” od anche “Palatiolus”, come si trova nei più antichi documenti. Qui, nei primi anni del regno normanno, venne edificato un castello che dal lato settentrionale si ergeva su un’inaccessibile parete rocciosa, posta immediatamente a ridosso dell’antico nucleo del paese. Intorno al castello si sviluppò,infatti, a Sud-Sud-Est, e con una particolare struttura urbanistica caratterizzata da strette strade a semicerchio e concentriche, il borgo. L’antica fortezza controllava, a nord, la valle dell’Anapo e instaurava un contatto visivo diretto con il castello di Buscemi. Inizialmente il borgo era protetto da una cinta muraria ma l'enorme incremento urbano del XIII e XIV sec. determinò l’espansione dell’abitato in una grande area circostante. La cinta muraria non poté più seguire l’ingrandimento del paese. Ruderi del castello normannoSi pensi che già nel ‘500 Palazzolo, scendendo verso le moderne zone di espansione, aveva assunto, escludendo le moderne zone di espansione, l’attuale assetto urbanistico. Il castello crollò durante le scosse sismiche che nel 1693 rasero al suolo Palazzolo e tutta la Val di Noto.Circa 700 furono i morti mentre gravissimi risultarono i danni nelle campagne e in tutto il territorio. Il centro abitato in gran parte si sgretolò; caddero le chiese grandi e piccole, sparirono per sempre antichi monumenti ed opere d’arti, archivi, libri, documenti; scomparve gran parte della cultura e della storia di Palazzolo.
Del Castello Normanno noto anche come Castello dei "Barones" (nome italo - latino stante per "Baroni" poichè apparteneva ai Baroni di Palazzolo) fatto poi ampliare in epoca aragonese resta solo, nella zona denominata, appunto, di “Castelvecchio”, qualche muro di cinta ancora integro, i bastioni poligonali e i basamenti della fortezza che fungeva sia da residenza dei signori di Palazzolo, sia come carcere.
Ai ruderi si accede da sud-est. La rupe, infatti, si presenta a strapiombo lungo i versanti nord, nord-ovest e ovest. Tagli isolavano il poggio anche a meridione, permettendo l’accesso solo per una stretta via. Sembra evidente l’intervento umano atto a modificare e isolare il rilievo. E’ probabile che i tagli della roccia risalgano, similmente al Castellaccio di Lentini, ad un periodo precedente alla costruzione del castello medievale. I ruderi del castello non occupano uniformemente il piccolo pianoro e, secondo le foto satellitari, si distribuiscono incentrandosi soprattutto nella zona settentrionale, ove è possibile che sorgesse il nucleo originario, forse la torre citata dalle fonti. A meridione si possono osservare resti di strutture destinate, apparentemente, ad un uso residenziale e, presumibilmente, più tarde. E’ certo che le strutture in muratura del castello sfruttassero la roccia della rupe, adattandola opportunamente alle esigenze di difesa e soggiorno. Anche in questo caso non è improbabile che i tagli nella roccia e i vani in essa ricavati siano ascrivibili ad epoche precedenti all’innalzamento degli edifici medievali.
Questo castello è chiamato dai palazzolesi "Casteddu Minzanu" ed è al centro di numerose leggende palazzolesi tra le quali quella di "Pauluzzu". Durante le festività natalizie, presso questo Castello viene organizzato il "Presepe Vivente".Quest'area è ancora soggetta a scavi archeologici poichè si presume che il sottosuolo di questo quartiere nasconda altre rovine ben più antiche di quelle ritrovate fino ad ora.
Il castello o torre (turris) di Palazzolo è attestato alla metà (1355) del XIV secolo.
Nel 1150 ca. - è ricordata da Idrisi Balanzul forma arabizzata di Palatiolum). L'area del castello è posta nella parte sommitale del poggio, (centro urbano, quartiere di Castelvecchio o di San Paolo), guarda a nord sulla valle dell'Anapo e verso il castello di Buscemi; a sud-est verso il borgo e la via Ebraida o l'antico percorso che dal passo della Fiumara collegava le campagne al castello; a sud verso il borgo ed il piano di San Paolo (ex chiesa di Santa Sofia) e della Matrice (ex chiesa di San Nicolò fondata nel 1215).
L'altezza del sito permetteva il controllo di una vasta area circostante.
L'area del castello presenta una cospicua quantità di strutture ruderali ed è in stato di abbandono. Solo lo scavo, con la messa in luce delle strutture di fondazione, potrebbe dare la lettura della struttura planimetrica.
Proprietà attuale: privata e in stato di abbandono.




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